Un prompt per il Giorno della Memoria
Gennaio 27, 2025 Categoria: News, Home pageIn aggiunta alle singole iniziative di classe e di plesso, il nostro Istituto commemora oggi il Giorno della Memoria 2025 con una serie di lavori digitali realizzati dalla Biblioteca d’Istituto mediante l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale.
L’idea di fondo era quella di investigare le possibilità di una riflessione che, mantenendo ferma la specificità e l’unicità che fu propria della Shoah, ed anzi vitalizzandone il messaggio ed il monito, andasse ad individuare fenomeni contemporanei di oppressione di massa nei confronti di gruppi nazionali, etnici, razziali o religiosi.
Anche lungo lo stimolo che ci proviene, in quanto scuola, nell’approfondimento e nella sensibilizzazione circa le tematiche che si occupano della tutela e della cura dei minori, si è così provato a mettere in dialogo la tragedia occorsa ai bambini ebrei nel corso dell’Olocausto – si stimano tra un milione e un milione e mezzo le vittime di questo segmento particolarmente vulnerabile di popolazione – con le tragedie che investono in questi mesi altri bambini.
In particolare, per la gravità del fenomeno, ci si è voluti occupare della situazione che, in seguito all’attentato terroristico di Hamas del 2023, ha reso la Palestina: “il luogo più pericoloso e violento al mondo, in particolare Gaza, dove l’87% della popolazione palestinese è esposta al conflitto. La Palestina è ora in cima alla classifica generale, superando il Myanmar. Mentre la Palestina era al primo posto per diffusione del conflitto nell’indice di gennaio, ora è al primo posto per diffusione del conflitto, mortalità e pericolo per i civili” (dati ACLED, luglio 2024).
Anche in questo caso risulta enorme la proporzione di bambini uccisi o vittime di violenza rispetto ad altri segmenti della popolazione, nel rapporto di 1:3, a cui bisognerebbe aggiungere l’alta percentuale di bambini palestinesi vittime di denutrizione a seguito dell’occupazione israeliana.
A questi dati, e di fronte dell’inaccettabilità di una violenza che arriva a colpire i più deboli e bisognosi di aiuto, si è provato così ad elaborare una serie di immagini che fossero in grado di fornire una evidenza plastica, immediata, al dolore di allora e al dolore di oggi, cercando di mostrare come questo dolore accomuni e renda fratelli tra loro i minori vittime di violenza indiscriminata sulla popolazione civile.
Lo si è fatto ricorrendo a diversi software per la generazione di immagini con l’AI, partendo dall’idea di tentare una sintesi figurativa tra un’immagine divenuta iconica nel racconto della Shoah – la bambina col cappottino rosso in Schindler’s List – con la quotidianità subita dai bambini palestinesi.
L’idea, molto semplice, consisteva nell’ intessere – del tutto o parzialmente – la stoffa del cappotto rosso del film di Spielberg con la texture tipica della kefiah palestinese; una versione analoga prevedeva semplicemente di far indossare alla bimba col cappottino rosso il medesimo copricapo tradizionale arabo, affinché la stessa bimba si facesse portavoce del dolore che colpisce i suoi coetanei del XXI secolo, prescindendo dalla applicabilità di un lettura genocidaria circa il contesto, mutuando dalla eccezionalità e peculiarità della Shoah, male assoluto, l’invito a cessare ogni male sui più piccoli.
Le immagini elaborate dall’AI si sono rivelate decisamente più sorprendenti e “creative” rispetto alle intenzioni alla base della ricerca, in particolare quando si sono utilizzati generatori di immagini a partire da immagini scelte e pre-caricate nel software; mentre un risultato abbastanza in linea con la consegna si è avuto con i programmi che generano immagini a partire da una descrizione testuale (ad es. inserendo la stringa “bambina con cappottino rosso e Kefiah” nel prompt di comando).
Nel primo caso, non ottenendo un risultato pienamente soddisfacente rispetto al desiderato, si è chiesto al generatore di aumentare gradatamente la sporgenza dell’uno o dell’altro dei due elementi, ottenendo così immagini astratte, vagamente oniriche o surreali, spesso marcatamente inquietanti e sconcertanti, come se l’Intelligenza Artificiale, incapace ad un certo punto di rispondere alla domanda, andasse pescando in una sorta di suo subconscio, un mondo aberrante, a lei stessa sconosciuto, popolato da allucinazioni solo parzialmente intellegibili.
Al tempo stesso però, molte delle immagini così elaborate sembrano sprigionare una potenza evocativa di grande intensità, capace di traslare i contenuti su di un piano metalogico, squisitamente artistico, capace di inverare il mondo emotivo e mentale a ben vedere già presente nel prompt, per quanto ad esso formalmente e mimeticamente distante.