Learning by Refraction: p. Johnny Go SJ al Leone XIII
Ottobre 31, 2024 Categoria: News, Home page“Gli studenti devono fare proprie le materie d’insegnamento nello stesso modo con cui l’acqua rifrange un raggio di luce”.
È questa la metafora chiamata a riassumere icasticamente il paradigma pedagogico presentato da 𝗽. 𝗝𝗼𝗵𝗻𝗻𝘆 𝗚𝗼 𝗦𝗝, docente della Loyola School of Theology di Manila e fra i massimi esperti mondiali di pedagogia ignaziana, a tutta la comunità educante del Leone XIII nell’incontro di formazione tenutosi ieri, mercoledì 30 ottobre, nell’auditorium d’Istituto.
Già nei giorni precedenti all’incontro, a partire da lunedì 28, 𝗽𝗮𝗱𝗿𝗲 𝗚𝗼 – accompagnato da 𝗽. 𝗩𝗶𝘁𝗮𝗻𝗴𝗲𝗹𝗼 𝗗𝗲𝗻𝗼𝗿𝗮 𝐒𝐉, Presidente del consiglio d’amministrazione del Leone e membro dell’equipe formativa del CeFAEGI, e dal 𝗽𝗿𝗼𝗳. 𝗩𝗶𝗻𝗰𝗲𝗻𝘇𝗼 𝗦𝗶𝗯𝗶𝗹𝗹𝗼, Direttore Generale del nostro istituto – aveva visitato gli spazi della scuola, incontrando alunni, docenti e non docenti, dialogando con loro e interessandosi ai vari aspetti che caratterizzano la vita del Leone, anche in prospettiva della pianificazione e della programmazione per i prossimi anni.
Nell’incontro di mercoledì i docenti leoniani hanno così potuto entrare in profondità della proposta pedagogica di 𝗽. 𝗝𝗼𝗵𝗻𝗻𝘆 𝗚𝗼 𝗦𝗝, che attualizza la grande tradizione pedagogica ignaziana, con la sua focalizzazione al “come”, al processo di apprendimento e di organizzazione intellettiva di cui lo studente è protagonista, piuttosto che sul “cosa”, sul mero contenuto trasmesso.
Questa metodologia d’insegnamento e di apprendimento, battezzata da 𝗽. 𝗚𝗼 come “𝗹𝗲𝗮𝗿𝗻𝗶𝗻𝗴 𝗯𝘆 𝗿𝗲𝗳𝗿𝗮𝗰𝘁𝗶𝗼𝗻” (“apprendimento per rifrazione”), è basata su un triangolo relazionale i cui vertici sono lo 𝘀𝘁𝘂𝗱𝗲𝗻𝘁𝗲, l’𝗶𝗻𝘀𝗲𝗴𝗻𝗮𝗻𝘁𝗲 e il 𝗺𝗼𝗻𝗱𝗼. Il lato che va dal mondo all’insegnante coincide con l’approccio dell’educatore con la materia che insegna, caratterizzato dall’ 𝗲𝗻𝘁𝘂𝘀𝗶𝗮𝘀𝗺𝗼 che ha verso di essa e dalla 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗲𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮 a riguardo. Il lato che va dall’insegnante allo studente, invece, indica il rapporto che dovrebbe avere l’educatore con l’alunno, contraddistinto dall’ 𝗲𝗺𝗽𝗮𝘁𝗶𝗮 (o comprensione) che ha nei confronti dei propri studenti, regolata, però, dall’obbiettivo primario del 𝗽𝗼𝘁𝗲𝗻𝘇𝗶𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼, che li renderà consci delle loro abilità per poter affrontare la materia. Il terzo e ultimo lato, quello che va dallo studente al mondo, è come gli alunni devono entrare in contatto con la materia, con 𝗶𝗺𝗽𝗲𝗴𝗻𝗼 e con il desiderio di conoscerla nel profondo (l’𝗲𝗰𝗰𝗲𝗹𝗹𝗲𝗻𝘇𝗮). Il modo in cui però gli studenti devono entrare in contatto con il mondo, deve essere uguale nell’intensità ma diverso nella direzione rispetto al modo in cui è stato loro insegnato, esattamente come un raggio di luce rifratto nell’acqua. Questo angolo di inclinazione “in uscita”, diverso da quello “in entrata” è precisamente il far propria la materia trattata da parte dello studente, che la rielabora e la assimila secondo la sua particolare individualità e sensibilità, aprendo così lo spazio ad una vera interiorizzazione critica, su cui cioè ha agito un suo giudizio personale e, di conseguenza, una fondata adesione umana e intellettuale.