“Aspettando l’Europa”: il resoconto della serata

Maggio 16, 2024 Categoria: ,

Serata scintillante sotto il cielo europeo nel nostro auditorium lunedì 13 maggio scorso. Alla presenza di un folto pubblico, quattro ospiti di eccezione hanno dato vita ad un serratissimo domanda-risposta di 90 minuti, la durata di una partita di calcio, sul tema dell’Unione Europea. Non c’è stato pareggio, come spesso capita in queste occasioni, ha decisamente vinto l’Europa. Europa sì, alla fine! Ma non è stato facile.

I quattro relatori, gli ex alunni prof. Mario Monti e on. Gabriele Albertini, il padre gesuita Francesco Occhetta SJ e l’on. Sylvie Goulard, hanno messo in campo tutte le loro competenze e la loro capacità dialettica per rispondere all’incalzante serie di domande poste loro dai due moderatori della serata, i docenti Katia D’Addona e Paolo Tenconi. Più che moderatori, sono sembrati dei provocatori e la serata ha preso subito una piega frizzante, quando l’on. Goulard è stata imbeccata sul tema dell’ambiente a lei molto caro con una provocazione su Greta Thunberg. Chi paga i costi della transizione green? E poi ancora funziona il sistema di concorrenza sostenuto da anni dal prof. Monti, già dai tempi del suo incarico presso la Commissione? Che fine ha fatto la solidarietà? E i Gesuiti come si pongono all’interno di un’Europa che ha evidentemente bisogno di riforme? La Laudato si’ di papa Francesco è ancora un punto di riferimento? I parlamentari europei sono davvero gli uomini e le donne migliori che i Paesi membri mandano a Bruxelles? Milano può dirsi con orgoglio la più europea delle città italiane?

Conclusione? L’Europa è senz’altro un bene da non disperdere, ma, rispondendo ai problemi sollevati, i relatori si sono trovati d’accordo sul fatto che la struttura dell’Unione Europea abbia bisogno di essere riformata e ammodernata al compimento ormai prossimo dei suoi 75 anni. È un’anziana signora che non può cavarsela più solo con un superficiale make-up, ma ha bisogno di cure sostanziali per poter reggere le sfide internazionali e lo spettro di una guerra alle porte di casa. E qui è emerso il messaggio della serata: prima di riformare le istituzioni, occorre riformare le persone tramite l’educazione. E la palla è rotolata ancora una volta tra i banchi della scuola, della nostra scuola, che deve insistere nel già abbondante programma di educazione alla cittadinanza, per aiutare davvero a formare i cittadini di domani, uomini e donne per gli altri e con gli altri.