“Not guilty”: un processo per la IV Scientifico A

Dicembre 14, 2023 Categoria: ,

Matteo, nei giorni scorsi, e precisamente giovedì 30 novembre, se qualcuno si fosse affacciato in IV Scientifico A ti avrebbe visto mentre indossavi… una toga nera da giudice! Cosa stava accadendo?

Si è trattato di un progetto di mock trial, di simulazione di un processo. L’idea mi è nata questa estate, mentre frequentavo un seminario estivo all’Università di Yale, ed ho partecipato ad un corso di questo tipo: mi aveva molto appassionato e da qui l’idea di proporlo al Leone.
I proff. Giambi, Blandini e Genovese, assieme alla preside prof.ssa Zanardi, hanno accolto con entusiasmo l’idea e mi hanno affidato la IV Scientifico A per lavorare al progetto.

Come si è articolato il tutto?

Prima del mock trial abbiamo svolto un lavoro preparatorio di circa due mesi in cui abbiamo fatto delle lezioni di teoria al mattino, nel corso delle quali abbiamo studiato il sistema giudiziario americano – perché appunto il processo si sarebbe svolto in quel sistema, e in lingua inglese –, e dei workshop al pomeriggio, in cui aiutavamo i ragazzi a scrivere i loro discorsi e a preparare tutti i dettagli del caso.

Giusto: di che caso si è trattato?

Si è trattato di un caso fittizio di omicidio in cui l’imputato Daniel Tanner, un giovane di 19 anni, è accusato dell’omicidio del suo vicino di casa, l’ubriacone della città, odiato da tutti e con un precedente di violenza domestica. Il corso ha così sollevato anche interrogativi etici e ha reso consapevoli i partecipanti di come i pregiudizi rischino di inficiare un corretto provvedimento giurisdizionale.

Ed è quindi giunto il gran giorno…

Sì, devo dire che è andato tutto molto bene. Le ragazze e i ragazzi di IV Scientifico A erano preparatissimi e hanno impressionato tutti i presenti, anche per la loro padronanza dell’inglese: sembravano madrelingua!

Quindi tu hai emesso il verdetto…

In realtà no… Seguendo l’ordinamento americano, il giudice non aveva nessuna rilevanza nel verdetto, ma era necessario perché si seguisse l’ordine del trial. Il verdetto era in mano alla giuria popolare, che nel nostro mock trial era costituita da tre avvocati dell’Ordine degli avvocati di Milano – l’avv. Anna Carnevale, l’avv. Cristian Sgaramella e l’avv. Nicola Barili – i quali non avevano in precedenza ricevuto nessuna informazione sul caso e che non conoscevano gli studenti protagonisti del processo. Hanno così partecipato in tale veste al mock trial hanno emesso il loro verdetto.

Colpevole?

“Not guilty”: il verdetto è stato di non colpevolezza perché la giuria ha ritenuto che le accuse mosse dal prosecutor non avessero raggiunto una soglia sufficiente di sicurezza (burden of proof).