“Questa casa sostiene che…”: gran finale per la Debate Week

Febbraio 11, 2022 Categoria: ,

Si è chiusa oggi, con il dibattito finale, una settimana caratterizzata da una intensa attività di ricerca e di preparazione per tutti gli studenti delle classi Seconde dei Licei: è la Debate Week, giunta alla sua terza edizione, in cui i ragazzi e le ragazze di Seconda apprendono le tecniche e lo spirito della nobile arte del dibattito.

L’emozione per un appuntamento ormai tradizionale, sempre molto sentito da tutta la comunità scolastica, era palpabile tra gli studenti e tra i professori fin dai giorni scorsi – nelle aule, nei corridoi, in biblioteca – e ha raggiunto il suo apice nella mattinata di oggi, con le grandi sfide finali tra i vari gruppi all’interno di ogni classe.

Sotto la attenta guida dei formatori del debate – le prof. Sara Blandini e Margherita Giambi e il prof. Michele Genovese – e guidati da tutti i loro professori nel corso delle lezioni, i giovani debaters sono giunti così molto ben preparati al grande appuntamento di oggi.

Quando si pensa ad uno scontro verbale – ci racconta una giovane debater – si pensa a qualcosa di molto aggressivo: voci che si alzano progressivamente, urla e cose così. Il debate ti insegna al contrario che si possono far prevalere le proprie ragioni proprio mantenendo la calma, con la lucidità degli argomenti e con la forza che proviene non dalle urla, ma dalla convinzione interiore. Il debate insomma ti aiuta a ragionare.

Questa casa sostiene che…”: è questa la tradizionale formula introduttiva che pone la mozione su cui i gruppi sono chiamati a confrontarsi – divisi tra sostenitori e oppositori – e che, nella sua cadenzata ritualità, crea un momento quasi magico.

Tante e tutte stimolanti le mozioni proposte quest’anno, tra cui ricordiamo, a mero titolo di esempio, almeno le seguenti: “Nerone fu responsabile dell’incendio di Roma nel 64 a.C.”; “Cryptocurrencies should replace cash”; “Enea doveva rimanere a Cartagine con Didone”; “L’Irlanda del Nord dovrebbe uscire dal Regno Unito”; “Schools should stop using classrooms and desks”.