Cyberbullismo: un convegno al Leone

Novembre 15, 2021 Categoria: ,

Lunedì 8 novembre si è tenuto presso l’Auditorium dell’Istituto Leone XIII un convegno intitolato: “Le pandemie degli adolescenti nel mondo virtuale e reale”. Abbiamo chiesto alla studentessa Elisa Scaffardi (terza Liceo Classico) e alla prof.ssa Margherita Giambi (Referente per le tecnologie dell’Istituto Leone XIII) un breve resoconto dell’iniziativa.

Partiamo dalle impressioni che ci ha condiviso Elisa:

Partecipare al convegno “Le pandemie degli adolescenti nel mondo virtuale e reale” è stata per me un’opportunità molto interessante; mi sono piaciute due cose in particolare:

ritrovarsi tra più classi in teatro. Dopo i lunghi mesi che tutti noi abbiamo trascorso nelle nostre case, ritornare ad essere insieme è stato bellissimo. La cosa più bella era proprio che il convegno parlasse di noi, semplicemente degli adolescenti che erano in platea; in quel teatro, dietro ogni mascherina c’erano i nostri occhi, con cui abbiamo imparato a guardare il mondo da un’altra prospettiva.

– mi ha molto colpita poi l’entusiasmo della psicoterapeuta Maria Rita Parsi, il suo intervento è stato bellissimo ed intenso. Ha parlato per meno di 10 minuti, ma già dal primo minuto ho intuito che sul palco c’era una donna eccezionale. Quando parlava guardava tutto il pubblico in platea, sembrava si rivolgesse singolarmente ad ognuno di noi. Ha trasmesso una forte carica emotiva pur dicendo cose apparentemente banali, per esempio quando ha detto: “Siete voi il futuro ragazzi! Siete voi!”, lo ha detto con tale sincerità e forza che in me ha toccato delle corde profonde, mi ha fatto molto riflettere sul contributo, grande o piccolo, che potrò portare al mondo applicando le cose che ho imparato alla Scuola Montessori prima ed al Leone poi, e soprattutto, quelle che ancora devo imparare!

Ripercorriamo ora con le parole della prof.ssa Giambi i vari momenti attraverso cui si è sviluppato il convegno:

Lunedì 8 novembre si è tenuto presso il Leone XIII il convegno “Le pandemie degli adolescenti nel mondo reale e virtuale”, organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Milano. Il  convegno si è aperto con i saluti in diretta streaming del presidente del CONI, Giovanni Malagò, che ha dato il patrocinio all’iniziativa per promuovere una cultura di rispetto reciproco nelle scuole e nello sport.

La riflessione ha preso quindi avvio dall’avv. Daniela Missaglia autrice di “Un colpevole silenzio”, romanzo basato su una storia vera di cyberbullismo. Il silenzio infatti è spesso la colpa maggiore di chi dovrebbe sostenere le vittime e invece si tira indietro; cosa che nelle classi, nelle famiglie, nelle squadre succede quasi senza rendersene conto. Tutti i ricchi interventi hanno sottolineato proprio questo punto: la necessità di essere consapevoli dei pericoli insiti in comportamenti spesso percepiti come legittimi perché diffusi.

A enucleare questi passaggi hanno pensato l’avvocato Valeria De Vellis, matrimonialista, il Procuratore della Repubblica Francesca Gentilini, l’avvocato penalista Luca D’Auria, gli psicoterapeuti Maria Rita Parsi e Carlo Trionfi. Facendo riferimento anche alla loro ricca esperienza lavorativa questi professionisti hanno dato una panoramica delle dinamiche che possono innescarsi tra i pari, partendo da quelli che possono sembrare giochi innocui.

In queste dinamiche quando entra in gioco la rete? “Sempre” afferma il Vice Questore aggiunto della Polizia di Stato Rocco Nardulli. Infatti non è più possibile tracciare una linea che divida i comportamenti del mondo reale da quello virtuale, il nostro quotidiano ne è sempre più segnato. Dai gruppi di WhatsApp alle chat della PlayStation, passando per giochi molto comuni come Fortnite, situazioni apparentemente innocue possono degenerare in stalking, ricatti o cyberbullismo. L’ufficiale di Polizia Silvia Terrana parla di 700 casi all’anno che si configurano come reati vari.

Queste due ore di lezione rientrano nel progetto di Educazione Civica: è stato quindi importante anche capire cosa sia reato o cosa no. Ad esempio il cyberbullismo di per sé non costituisce reato, ma comprende una serie di reati che possono essere generati da dinamiche di gruppo attraverso le chat.

Non basta però identificare i comportamenti pericolosi come tali, ma è necessario anche mostrare comportamenti propositivi nella propria presenza online: lo hanno sottolineato gli interventi di Gabrielle Fellus, autrice de “La palestra dell’autostima”, Ugo Taucer, Procuratore Generale presso il CONI e il Sovrintendente della Polizia Locale di Milano Paolo De Feo. Ognuno di noi infatti non solo lascia impronte ogni volta che compie le operazioni più banali online, ma ha la responsabilità di promuovere la parte più propositiva di sé.