Le attività di volontariato per l’a.s. 2021/22

Ottobre 21, 2021 Categoria: ,

Padre Mario Picech mentre porta la sua testimonianza di vita agli studenti dei Licei nel corso della mattinata di presentazione delle attività di volontariato attivate dall’Istituto Leone XIII per l’a.s. 2021/22.

Nella mattinata di lunedì scorso, 18 ottobre, sono state presentate a tutte le classi dei Licei le proposte di volontariato attivate dal nostro Istituto per l’anno scolastico 2021/22. La mattinata è stata introdotta dal prof. Fabrizio Zaggia, responsabile dei progetti di volontariato dell’Istituto Leone XIII, e da p. Nicola Bordogna SJ, responsabile dalla pastorale scolastica.

I ragazzi hanno quindi potuto ascoltare la testimonianza portata da p. Mario Picech SJ, assistente spirituale per circa 10 anni presso diversi carceri di massima sicurezza in Messico, e una riflessione dello stesso sul significato del fare volontariato:

“Uno dei momenti più difficili della mia vita fu al momento del mio primo colloquio con un detenuto. Il Coordinatore federale delle carceri messicane mi aveva invitato a parlare con una persona che stava scontando una lunga pena in un carcere di massima sicurezza e lo aveva fatto con parole che mi avevano colpito: «Stagli vicino. Cerca di volergli bene».

Al momento del colloquio mi indicarono una sedia davanti alla cella. Io rimasi però perplesso, chiedendomi tra me e me come potessi incontrare una persona avendo delle sbarre davanti. È difficile entrare in sintonia con questa separazione fisica. Al mio sguardo perplesso la guardia carceraria esclama: “prego Padre, lei può entrare”, e mi apre la porta della cella. La persona che incontro nella cella mi guarda e mi fa cenno di accomodarmi sul letto in cemento presente all’interno. Il suo sguardo era duro, e mi incuteva un po’ di soggezione. Mi chiese il mio nome, e chi fossi. E io ripensai ad una frase in cui mi ero imbattuto nei giorni precedenti, mentre mi stavo preparando a questo incontro, era una frase di una santa, una frase devozionale, che però mi ha colpito molto… Questa santa parlava di semplicità, parola che deriva dal latino sine plica, senza pieghe. Semplicità: senza pieghe nell’animo, senza zone d’ombra, cioè senza doppiezza, senza sotterfugi, senza qualcosa di nascosto. Guardate che incontrare una persona senza doppiezze non è facile, perché ciascuno di noi ha dei lati nascosti, anche inconsapevolmente. Io mi sono detto: per voler bene a questa persona devo entrare semplice, senza doppiezze, trasparente. E allora ho iniziato a raccontare la mia vita, tutto, il mio nome, dove abito, insomma in qualche modo metto la mia vita nelle sue mani. Lui mi chiese, ma davvero lei è un sacerdote? Ed io ho risposto, sì, soy un padrecito. Dopo questa apertura iniziale, tutto sommato il suo sguardo, anche se rimaneva pesante, smise di farmi soggezione. Questo per me è stato il mio modo di volergli bene. Di relazionarmi a lui con semplicità, con trasparenza, come sto parlando ora con voi. E questo credo sia il modo con cui fare volontariato: con semplicità, con trasparenza.

Cercando in rete le diverse definizioni di volontariato, sono stato colpito da quella proposta dal Ministero del Lavoro: «​​L’attività di volontariato è la presenza prestata in modo personale, spontaneo e gratuito, tramite l’organizzazione di cui il volontario fa parte, senza fini di lucro anche indiretto ed esclusivamente per fini di solidarietà.» Di solito nelle varie definizioni che si trovano anche in rete del volontariato è sottolineata soprattutto la dimensione del fare. Invece in questa definizione del Ministero quello che a me è piaciuto è la parola “presenza”. In qualche modo significa che è un incontro. Ci sono tanti discorsi del Papa in cui viene sottolineato questa dimensione, l’uscire, l’uscire dal proprio ambito perché questo ci porta in qualche modo ad incontrare e ad incontrarci, a conoscerci di più, a capire chi siamo: noi comprendiamo chi siamo relazionandoci con l’altro. Ma non è una questione utilitaristica, perché è anche un impegno, una paura, una fatica. È dire: mi affido, sto facendo qualcosa che è più grande di me, però in qualche modo mi sono state aperte le porte perché io la possa vivere, riconosco che queste porte sono state aperte e da parte mia ho la responsabilità di dire non mi interessa, non varco questa soglia, oppure dico varco e vedo cosa succede. Cosa succede incontrando, presentandomi fisicamente davanti ad una persona.

Alla fine fare volontariato significa essere presenti in un luogo e senza pieghe, in maniera semplice, e ascoltare, entrare in relazione con una storia diversa dalla nostra: crescere assieme e chiederci cosa è che ci unisce, cosa è che ci fa persone?

 

LA MAPPA DELLE ATTIVITÀ DI VOLONTARIATO PER L’A.S. 2021-2022

Le attività di volontariato per le classi Prime e Seconde dei Licei

 

Le attività di volontariato per le classi Terze e Quarte dei Licei

 

Le attività di volontariato per le classi Quinte dei Licei