JesMUN: la parola agli studenti

Aprile 22, 2021 Categoria: ,

Uno dei momenti nel corso del JesMUN: un delegato prende la parola.

In questi ultimi giorni la redazione di leonexiii.it ha raccolto le impressioni di alcuni tra gli studenti delle classi Seconde dei Licei che hanno partecipato al Progetto JesMUN, il laboratorio di internazionalità che simula i lavori del Consiglio di Sicurezza dell’ONU ideato dall’Istituto Leone XIII e andato in scena, nella sua prima edizione assoluta, nelle giornate di giovedì 15 e venerdì 16 aprile u.s.

Sono impressioni che ci giungono come un grande dono e anche per questo abbiamo preferito riportarle sostanzialmente nella loro interezza:

Elisa Giacalone (South Africa): Voglio dire anzitutto che è stata per me una bellissima esperienza, che mi piacerebbe ripetere, anche magari per lanciarmi di più nelle discussioni. Io sono un po’ timida e così, specie all’inizio, ero un po’ imbarazzata nel prendere la parola. Ho vissuto però un clima di grande sostegno e simpatia tra di noi, una sorta di fratellanza “mondiale” che ad un certo punto mi ha fatto dire dentro di me “Wow! Che bello!”, e questo anche se molti di noi non si conoscevano bene tra di loro, appartenendo a classi diverse. Per noi ragazzi questo progetto è stato infatti un’occasione per conoscerci di più, visto che questa pandemia non ha permesso a tutti noi di frequentarci.
Un’altra cosa bella è stata come ci hanno rassicurato e fatto sentire a nostro agio i proff. nel corso dei due giorni, a partire dall’apertura dei lavori. Personalmente ho trovato anche molto toccante il discorso finale in cui il prof. Tenconi ha riconosciuto alla prof. Redaelli di aver creduto in noi per un progetto così importante, anche se siamo piuttosto giovani.

Alessandro Rasnesi (United Kingdom): Il JesMUN è un progetto che consiglio a tutti, anche a chi non pensa di avere particolari abilità oratorie, e questo perché è un lavoro condiviso, in cui il lavoro di gruppo ha un grande valore. Anche il fatto che sia un progetto svolto interamente in lingua inglese non è stato di ostacolo, man mano passano le ore il problema della lingua te lo dimentichi e diventa naturale parlare in inglese. Volendo sintetizzare direi che sono anzitutto tre le cose che mi ha lasciato questo progetto: la conoscenza del Regno Unito, che prima era limitata e che ho avuto il piacere di approfondire nei mesi di preparazione su siti web internazionali e sul sito dell’ISPI; un approccio ed uno sguardo diverso ai temi della politica internazionale, che spesso non vengono trattati – o non con questo taglio – sui giornali e in classe; infine, non meno importante, il fatto che si sia svolto in presenza: è stata una grande fortuna e credo che facendolo in DaD, come si pensava all’inizio, ci saremmo persi almeno il 50% del suo valore, in particolare penso alla parte più “informale”, quella dei lavori di gruppo tra di noi. A questo riguardo, trovo che i due giorni di JesMUN mi abbiano dato una grande spinta per il ritorno in classe in presenza, nei giorni precedenti alla notizia infatti ero demotivato, ma grazie al JesMUN ho ritrovato la bellezza dello stare insieme.

Filippo Bariatti (France): Devo ammettere che inizialmente non ero motivatissimo nel partecipare a questo progetto, ma nel corso delle lezioni e degli incontri preparatori la passione e la voglia dei proff. mi hanno contagiato, facendomi appassionare sempre di più al JesMUN, cosa che in qualche modo si è ripetuta nei giorni stessi della simulazione, e questo grazie anche al grande valore aggiunto della formalità del momento e del suo svolgersi in presenza. Essendo poi la Francia – che mi trovavo a rappresentare – uno Stato molto grande e forte, mi sono sentito in dovere di fare diversi speech. Nello svolgimento delle due giornate di assemblea abbiamo dovuto mettere in campo diversi skills: la capacità di lavorare in gruppo, quella di prendere decisioni in breve tempo, la capacità oratoria e persuasiva (public speaking), la capacità nella mediazione e nell’adattamento, oltre all’utilizzo dell’inglese. Grazie a questo progetto ho scoperto di possedere delle capacità di cui non ero consapevole e che sono emerse via via nel corso dei lavori, e anche per questo voglio ringraziare i proff. organizzatori. Concludendo, sono molto soddisfatto di come sia andato il progetto e felice di aver vinto il premio per la leadership.

Aideen Flanagan (Indonesia): Il Paese che ho rappresentato non è un Paese molto forte nello scacchiere internazionale, così più che ad inseguire un ruolo di leadership i miei interventi erano mirati ad appoggiare e seguire quei Paesi che più potevano portare dei vantaggi alla causa indonesiana. È stata una esperienza molto bella, all’inizio non ero molto convinta, ma col passare dei giorni sono rimasta entusiasta del tutto. In particolare mi è piaciuto tantissimo che si sia svolto in presenza, e grazie al lavoro nei gruppi ho avuto l’occasione di conoscere persone nuove e di sperimentare una atmosfera in cui tutti si davano una mano a vicenda. Ringrazio i proff. per l’entusiasmo e la dedizione che ci hanno dedicato e che saranno per me indimenticabili.

Cristina Corsetti (Dominican Republic): Anche io mi trovavo a rappresentare un “piccolo” Paese e il JesMUN è stata un’ottima esperienza per documentarmi su questa parte di mondo che conoscevo poco. Inoltre, per quanto il mio fosse un Paese relativamente importante, mi sono sentita sempre presa in considerazione e ho anzi scoperto che spesso i Paesi più piccoli influenzano quelli più grandi.
Un’altra cosa che mi è piaciuta molto è stato il clima di grande collaborazione che si è creato tra di noi e penso che sia stata una grande fortuna il fatto che si sia potuto svolgere in presenza: ciò ha permesso la nascita di amicizie con ragazze e ragazzi che avevo visto solo di passaggio nei corridoi della scuola.
Per me questo progetto ha rappresentato una bellissima esperienza, a partire dall’impegno che ho visto nei proff. per organizzarlo e di tutto ciò conserverò a lungo un ricordo profondo.

Filippo Astolfi (USA): Questa esperienza l’avevo già fatta diversamente l’anno scorso ad Abu Dhabi. Ed era stata un po’ diversa perché erano presenti anche persone di altre parti del mondo. Quest’anno inizialmente ero un po’ titubante sul partecipare o no, poi alla fine mi sono convinto e non me ne sono assolutamente pentito: è stata un’esperienza che mi è davvero piaciuta molto. Sicuramente è necessaria una preparazione importante, nel senso che richiede del tempo che va ben oltre l’orario scolastico. Però alla fine il risultato secondo me ripaga completamente: si approfondiscono argomenti di geopolitica che sono importanti e spesso non ben conosciuti – e la simulazione vera e proprio è anche divertente. L’anno scorso ero rimasto un po’ più in disparte, forse anche perché era il mio primo anno, ma questa volta sono riuscito a mettermi davvero in gioco. Rappresentavo gli Stati Uniti. È un progetto che consiglierei e rifarei. Ovviamente bisogna anche calcolare il problema della lingua inglese, ma quest’anno, fra di noi, è stato un po’ diverso: ad esempio durante i momenti informali e nelle pause si poteva parlare anche in italiano. Il fatto che fossimo di nuovo tutti insieme dopo tutte le settimane in DaD è stato davvero bello: inizialmente ero un po’ dubbioso sul progetto fatto a distanza. Forse proprio perché, avendo già partecipato ad un Model UN, mi ero reso conto di come in realtà i momenti più importanti fossero quelli in cui si discute nei gruppi e questa cosa non me la riuscivo a immaginare molto in una versione a distanza: ero sicuro che si sarebbe perso qualcosa.

Chiara Laffineur (Tunisia): Ci hanno proposto il progetto prima delle vacanze di Natale. Ne ho parlato con i miei genitori, che mi hanno suggerito di partecipare, quindi mi sono iscritta. Ci sono stati un po’ di mesi con lezioni di preparazione online – in cui ero molto preoccupata perché mi sembrava di non capirci niente! Ci davano anche dei lavori: dovevamo elaborare dei papers, in cui raccontavamo la posizione del nostro Paese al momento del progetto. Anche per quello ero preoccupata… ma alla fine sono riuscita a farlo e dopo un mesetto circa abbiamo finalmente fatto il JesMUN in presenza. Io sono stata la seconda a prendere la parola ed ero talmente nervosa che il prof. Tenconi mi ha dato la possibilità di ripetere il discorso… Poi però ci ho preso un po’ la mano e mi sono tranquillizzata. Ho incominciato anche a divertirmi! Il lavoro più importante consisteva nei momenti di confronto con gli altri delegati. Si poteva chiedere di fare dei periodi in cui parlavamo tra di noi senza che fossero presenti i professori e ne abbiamo fatti molti: lì ero molto più tranquilla nel parlare con gli altri e nel confrontarmi con loro. Sono contenta perché quello che volevo ottenere come delegata della Tunisia alla fine, in tutte e due le risoluzioni, l’ho ottenuto. Essendo al secondo anno quasi tutto il Liceo l’ho fatto in DaD, quindi questa è stata anche una bella occasione di incontro e di socializzazione. Venendo dalle Medie del Leone conoscevo già alcuni degli altri ragazzi, ma non tutti ed è stato bello poter conoscere persone al di fuori del mio abituale giro d’amicizie.

Elisa Scaffardi (Saint Vincent and the Grenadines) Rappresentavo Saint Vincent and the Grenadines ed è stata una bellissima esperienza. Non conoscevo quasi nulla dell’argomento… Magari qualcosa dai telegiornali, ma nulla di così approfondito. Il prof. Tenconi invece se ne intende in maniera spettacolare e ci ha raccontato tantissime cose, anche suoi aneddoti di vita che ho trovato divertentissimi e interessantissimi. All’inizio ero un po’ restia perché pensavo di essere l’unica che conoscesse poco quest’argomento, quindi mi sono anche chiesta ad un certo punto perché avessi partecipato e temevo di combinare qualche pasticcio, ma alla fine ho imparato sempre di più, anche nelle lezioni che facevamo in DaD con la prof.ssa Redaelli e col prof. Tenconi. Quando sono arrivati i due giorni ero agitatissima – la persona più agitata del mondo! – però in quei due giorni mi sono sentita parte di una classe anche se non era la mia classe: è stato bello perché era come ci fosse una “magia da classe”! Al termine delle due giornate mi sono sentita parte di un nuovo gruppo, di una nuova classe. Erano tutti anche molto eleganti e penso che nessuno mi abbia mai visto con la gonna tranne quel giorno! Questo progetto, dopo mesi di DaD, è stato anche un modo per riavvicinarci alla normalità: il Leone è riuscito ancora una volta a realizzare un progetto importante. È troppo bello partecipare a un progetto che poi si compie! Lo consiglierei assolutamente!