Essere luce nell’oscurità

Gennaio 27, 2021 Categoria: ,
Particolare dell'installazione  commemorativa realizzata in Istituto per il Giorno della Memoria 2021 e visitabile fino al 5 febbraio

Particolare dell’installazione commemorativa realizzata in Istituto per il Giorno della Memoria 2021 e visitabile fino al 5 febbraio

Anche quest’anno l’Istituto Leone XIII vuole commemorare il Giorno della Memoria con un percorso “verticale” di educazione alla cittadinanza globale, un momento comune e unitario di riflessione per tutti i plessi – con la Primaria, la Secondaria di I Grado e i Licei – sulla Shoà.

A questo momento “verticale”, che attraversa e unisce il nostro Istituto attorno a questa importante  ricorrenza, si affianca quest’anno anche un momento “orizzontale”, un tema comune fatto proprio da tutte le scuole della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù per il Giorno della Memoria dell’Olocausto (HMD) 2021: “Essere luce nell’oscurità”.

Il tema proposto è stato declinato dall’Istituto Leone XIII attorno alla figura dei “Giusti tra le nazioni”, termine utilizzato per indicare tutte le persone non-ebree che hanno rischiato la propria vita e senza interesse personale, per salvare anche un solo ebreo dal genocidio nazista, persone luminose capaci di rischiarare il fondo oscuro dell’umanità.

In parallelo ai progetti didattici  (v. link qui di seguito) e di riflessione portati avanti nelle diverse classi della Scuola Primaria, della Scuola Secondaria di I Grado e dei Licei, viene esposta nel corridoio centrale dell’Istituto una installazione dal titolo “Cassette di insicurezza” realizzata in collaborazione con le classi quinte della Scuola Primaria.

L’installazione è costituita da 1 antico libro mastro bancario (che introduce il tema del vero dare e del vero avere) e da 54 vecchie cassette di sicurezza – simbolicamente una per ogni classe di studenti leoniani – impilate di modo da formare un “cubo” metallico.

All’interno di ogni cassetta i bambini di quinta hanno deposto alcuni cartigli, da loro realizzati in classe, ciascuno recante il nome di un Giusto tra le nazioni.

Nella sua “durezza” emotiva ed estetica, l’installazione vuole stimolare nello spettatore alcuni percorsi di riflessione legati alla tematica concentrazionaria, tra cui, per parole chiave:

– il processo di disumanizzazione e di spoliazione violenta agita contro gli ebrei e i loro beni;

– la complicità di varie istituzioni, governative (i vari dicasteri di ministeri come quello dei trasporti, delle finanze, della giustizia) ed extragovernative (come il partito nazionalsocialista, il RSHA e le sue varie ramificazioni, le banche, le aziende che utilizzavano manodopera proveniente dai campi), non solo tedesche ma a livello mondiale;

– l’instillazione della paura nei confronti di un nemico – di per sé inesistente, ma costruito ad arte a partire dalla caratterizzazione quale corpo sociale estraneo, “diverso” (l’ebreo, il malato, il migrante ecc…) – e la relativa narrazione mistificante ad alimentare un bisogno di sicurezza/controllo.

– l’insicurezza (nei termini di rischio per la propria stessa vita) che contraddistinse l’azione dei Giusti tra le nazioni e la sicurezza (nelle proprie convinzioni, nel fare ciò che è giusto) che nonostante tutto li mosse all’azione.

– il vero bene e il vero valore da custodire: la capacità di spendersi per gli altri, quello spirito di servizio, che i Giusti tra le nazioni incarnarono nel grado più esemplare ed eroico. Quando il “dare” coincide con l’ “avere”, il “perdere” con il “guadagnare”.