La scuola e lo sport

Giugno 22, 2019 Categoria: ,
La premiazione di Christophe

La premiazione di Christophe

O avrebbe potuto essere anche Lo sport e la scuola, Lo studio e lo sport…

Ma che relazione c’è oggi tra queste due dimensioni? Quanto lo sport effettivamente entra nei percorsi scolastici e soprattutto quanto è considerato da tutti un’opportunità formativa rilevante?

Non si può qui affrontare in modo sistematico la questione, ma per testimoniare una recente saldatura tra la scuola e lo sport si può almeno citare la nascita del Liceo Scientifico Sportivo, un passo importante nel nostro Paese per la valorizzazione di un settore che è molto più ampio della sola pratica sportiva.

Il Leone XIII ha una consolidata tradizione sportiva, lo sport come agente formativo intercetta appieno i fondamenti della pedagogia dei Gesuiti: “L’educazione di tutta la persona implica uno sviluppo fisico in armonia con gli altri aspetti del processo educativo. L’educazione ignaziana perciò include un valido programma di attività sportive e di educazione fisica. La pratica sportiva, oltre che fortificare il corpo, aiuta i giovani ad accettare serenamente successi e insuccessi, li rende maggiormente consapevoli della necessità di collaborare con gli altri, mettendo al servizio del bene comune le migliori qualità di ciascuno.” (tratto dalle Caratteristiche della attività educativa della Compagnia di Gesù– CAESJ n.31)

Anche il Leone, come l’Istituto dei Gesuiti di Torino, il Sociale, ha aperto il Liceo Scientifico Sportivo. Inoltre da qualche tempo ospita una realtà sportiva di alto livello, l’Accademia Zonale U18 della Federazione Italiana Rugby.

Tanti alunni, dai più piccoli ai più grandi, praticano attività sportive, all’interno della scuola o fuori, con allenamenti frequenti e spesso intensivi. Partecipano a gare e si distinguono.

Da quest’anno al Liceo, per quattordici atleti di alto livello, la scuola ha aderito alla Sperimentazione didattica proposta dal  MIUR.

Ampi spazi e strutture in Istituto sono dedicati alla pratica sportiva dei giovani e non solo.

Questo grande impegno delle ragazze e dei ragazzi nello sport, a differenza di quanto si potrebbe credere, spesso coincide con un pari impegno nello studio ed ottimi risultati scolastici, a dimostrazione che le due eccellenze possono coesistere, certamente a costo di alcune rinunce e di sacrifici.

In merito a questo, vorremmo segnalare un riconoscimento speciale attribuito ad un giovane calciatore dell’Atalanta, nonché nostro studente di III Liceo Scientifico, Christophe Renault.

Abbiamo chiesto a lui stesso di raccontarci del Premio Brembo, che ha ricevuto qualche settimana fa:

Il “Premio Brembo” è un progetto ideato dalla società Atalanta Bergamasca Calcio e dal suo sponsor Brembo, che vuole riservare una particolare attenzione non solo alla crescita sportiva ma anche e soprattutto ai valori umani da trasmettere ai giovani che si formano presso il club.

Questo riconoscimento viene assegnato annualmente al giovane calciatore del vivaio dell’Atalanta più meritevole per ogni annata (quest’anno erano presenti ben 404 atleti, sia maschi che femmine, tra i 12 ed i 19 anni) secondo un criterio di scelta che tiene in considerazione non solo l’aspetto strettamente agonistico, ma anche i risultati scolastici con svariati parametri: oltre al comportamento in campo, al fair play e alla disciplina, al rispetto e alla disponibilità verso gli altri atleti, è di rilievo l’andamento scolastico, che viene giudicato da educatori e professori, i quali valutano, oltre all’impegno, sia la media voti per ogni materia sia la difficoltà oggettiva della scuola frequentata.

Sono stato veramente onorato di ricevere questo ambito riconoscimento che premia tutti i sacrifici che ho dovuto fare durante questo anno scolastico e sportivo, sempre cercando di sfruttare al massimo il tempo disponibile da dividere tra sport e studio e dovendo purtroppo trascurare molte volte affetti, amicizie e tempo libero.

E’ stato piuttosto emozionante stringere la mano al presidente Antonio Percassi, che si è congratulato con me; persona che ammiro e che non avevo ancora mai avuto il piacere di incontrare prima d’ora.

Sono anche fiero e orgoglioso di poter condividere questo premio con i miei genitori che mi hanno sempre sostenuto e con l’Istituto Leone XIII e tutti i miei professori che mi hanno aiutato in questa impresa sapendo le difficoltà particolari che ci sono per abbinare al meglio sia lo studio che lo sport di alto livello.

Ambivo a vincere questo premio anche perché l’anno scorso avevo assistito alla premiazione di un mio compagno e mi ero ripromesso, con un po’ più di impegno, di provare a vincerlo io, e cosi è stato.

Ritengo che anche praticando uno sport così impegnativo (nel mio caso parliamo di calcio), non bisogna mai trascurare la scuola, anzi, si deve cercare il più possibile di fare andare di pari passo le due discipline e tenerle al più alto livello possibile, il più a lungo possibile.

Questo premio per me comunque è solo un punto di partenza e non certo un traguardo e mi spronerà ad ambire a mete ancora più ambiziose e prestigiose. Dimostra che con molto impegno da parte dello studente e grande disponibilità da parte delle istituzioni si possono raggiungere traguardi importanti sia sportivi che scolastici.

Riprendo le parole del presidente Percassi durante la premiazione:

«Non solo l’aspetto calcistico, ma soprattutto l’educazione e lo spessore umano e culturale devono essere sempre segni distintivi per i nostri giovani calciatori » .

Complimenti Christophe per questo riconoscimento, che premia il tuo impegno nello sport e nello studio ed è una bella testimonianza per tutti!

Prof. Vincenzo Sibillo
Coordinatore Didattico dei Licei