Il pontificato del papa “elettrico”

Maggio 15, 2019 Categoria: ,
Padre Antonio Spadaro SJ con il prof. Luca Diliberto

Padre Antonio Spadaro SJ con il prof. Luca Diliberto

Martedì 14 maggio in una affollata sala del Leone XIII si è svolto l’atteso incontro con padre Antonio Spadaro SJ sul pontificato di papa Francesco. Pubblichiamo una sintesi della serata a firma del prof. Luca Diliberto, docente dell’Istituto, che ha moderato l’incontro.

 

Si è rivelata decisamente ricca di stimoli la serata di martedì 14 maggio, quando in Aula Martini abbiamo avuto l’opportunità di mettere a fuoco l’azione e l’insegnamento di papa Francesco grazie ad un ospite d’eccezione, il gesuita Antonio Spadaro che, oltre ad essere da parecchi anni autorevole direttore di Civiltà Cattolica, è da annoverare tra i più stretti collaboratori del pontefice, con il quale ha condiviso anche numerosi viaggi apostolici.

C’era molta curiosità da parte dei numerosi presenti per ciò che padre Antonio poteva presentare, e non è andata certo delusa: attraverso una narrazione coinvolgente, lumeggiata da non pochi riferimenti “alti” ma anche assai semplice da seguire, ci ha guidato ad una conoscenza meno superficiale dell’insegnamento papale.

Esortazione ai giovani

Esortazione ai giovani

È un po’ quanto ci eravamo ripromessi progettando questo incontro, cui era stato dato come titolo, non senza un qualche intento provocatorio, l’invito evangelico Giudicate voi stessi. Non ci nascondevamo infatti anche la difficoltà attuale nell’avvicinarsi in modo onesto all’azione di questo papa, che spesso fa discutere, fuori e dentro la Chiesa, ed anche tra di noi. Padre Spadaro ha preso sul serio, lui per primo, questa ambivalenza: Francesco – ha detto in apertura, con una immagine assai efficace- è un papa “elettrico”: provoca attrazione e repulsione, ma è difficile rimanere indifferenti.

Ha dedicato la prima parte del suo intervento soprattutto a recuperare le radici profonde di alcune riflessioni prese dal più recente documento papale, l’esortazione apostolica Christus vivit, dedicata ai giovani: giovani che non sono da considerare come oggetto pastorale, ma come soggetto di novità già ora. Le parole-chiave per mettere a fuoco una proposta per e con i giovani sembrano essere due: inquietudine e discernimento.

Ai giovani il papa domanda uno slancio utopico, riassunto nell’espressione “volare con i piedi”.

Un secondo momento della serata è stato poi dedicato a collocare l’azione di Francesco nel complesso quadro geo-politico contemporaneo; in esso, padre Spadaro non ha timore di indicare il pontefice come l’unico vero leader morale che abbia la possibilità di essere ascoltato, di essere credibile. Perché sa porsi in mezzo alla drammaticità degli eventi, anche nel loro portato ambiguo, e tenta di essere un argine alle gigantesche tensioni che stiamo vivendo, con la misericordia come arma diplomatica, di una “diplomazia ben poco diplomatica”, ed il discernimento come strumento concreto di approccio ai fatti.

Padre Spadaro ci insegna a guardare con molta attenzione all’”atlante di Francesco”: nei suoi viaggi c’è un criterio, e solitamente i luoghi che visita si segnalano per una presenza di cattolici assai minoritaria, a fronte spesso di drammi epocali. È proprio lì che il papa ci chiede di orientare l’attenzione, ed alla Chiesa di agire come seme di riconciliazione.

Nella terza parte, le domande dal pubblico sollecitano il direttore ad approfondire le questioni di singole aree, dall’Africa alla Cina, alla Russia.

Al termine, rimane netta la percezione di impegni che ci riguardano personalmente, come singoli e come comunità, perché l’originalità e la serietà del magistero di questo papa trovino anche nella nostra vita di tutti giorni, e proprio in una scuola cattolica che non vuole vivere dentro un “bunker” (così si esprime la stessa Christus vivit), percorsi di educazione, di azione, di testimonianza nel tempo presente.

Prof. Luca Diliberto